Tibullo e Properzio, Riassuntini presi da Internet.

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Magic_Francis
view post Posted on 28/5/2010, 07:46




TIBULLO 1

Tibullo vissuto nel circolo di Messalla Corvino manifesta nella sua produzione letteraria di perseguire l’ideale di otium letterario, dettato principalmente e probabilmente dall’interesse alla filosofia epicurea. Infatti, quest’ultima si proponeva il dissenso o quanto meno la neutralità nei confronti della politica in quel tempo augustea. Ma nonostante ciò il poeta nella sua opera il Corpus tibullianum riflette le aspirazioni augustee come l’amore, la campagna la pace e il rifiuto della guerra. L’opera divisa in trelibri comprendenti 36 carmi in distici elegiaci tratta di argomenti diversi. Il primo libro è intitolato Delia, la donna amata dal poeta, consta di 10 elegie, non tutte dedicate alla donna, come testimoniano la quarta, l’ottava e la nona dedicate a Marato, la settima a Messala e la decima alla pace e alla campagna. Il secondo è intitolato Nemesi, che in greco significa vndetta, e consta di sei elegie. Nemesi si pensa che sia la donna che avrebbe dovuto vendicare l’infedeltà di Delia. Ma solo la prim, la sesta e la nona sono dedicate a Nemesi, in quanto la prima tratta della festa della purificazione dei campi, la seconda e la quinta a Cornuto e al figlio di Messalla. Il terzo libro è più complesso e consta di venti elegie. Le prime sei sono dedicate a Ligdamo, che forse è un giovane poeta del circolo di Messala o Ovidio, e celebrano l’amore per Neera. Poi troviamo il Panegiricus Messallae, un carme che contiene un’esltazione smaccata di Messala. I carmi 8 e 12 sono elegie erotiche di Cerinto per Sulpicia; i carmi 13 e 18 sono biglietti d’amore di Sulpicia per il suo amato. Il libro si conclude con 2 carmi erotici, un’elegia e un epigramma di Tibullo. La fonte privilegiata di Tibullo è sicuramente l’opera di Virgilio intitolata Bucoliche. Due sono in particolare le somiglianze :il primo libro costa di 10 elegie quante sono le bucoliche e un mondo appoito, l’Arcadia che entrambi i poeti si sono immaginati per sfuggire alla realtà con l’unica differenza che Tibullo non inserisce finzioni o travestimenti.
Anche se sono molteplici i temi da lui trattati non è possibile trovarne un elemento unificatore in un unico tema, bensì nel tono dolce e malinconico.

TIBULLO 2

Tibullo, il primo degli elegiaci

Si conosce poco della vita di Tibullo, le poche notizie sono fornite da dati biografici ed altri scritti quali epigrammi funebri (Marso), e accenni di Orazio e Ovidio.
Nasce tra il 55 ed il 50 a.C. in una famiglia equestre e muore tra il 19 ed il 18. Vive dunque nel periodo di autori come Virgilio, Orazio, Propezio e Ovidio. Questa considerazione è importante in quanto le opere vengono a situarsi in un preciso clima culturale, costituito dai rapporti tra gli autori e tra le diverse generazioni poetiche. E’ da notare come in questo breve periodo ci sia un’alta concentrazione di autori celebri al panorama odierno.

Uno dei punti più importanti della vita di Tibullo è l’amicizia con Messalla, che gli permise di entrare nel clima culturale della capitale, attraverso il circolo intellettuale da lui stesso ispirato. Nel circolo, oltre a Tibullo, spiccano autori come Ovidio. La sua presenza e la presenza di altri autori sono testimoniate dal “Corpus Tibullianum”. Il poeta seguì molto spesso Messalla nelle sue spedizioni e spesso ne celebrò le vittorie

Tibullo non accenna ad Augusto, salito al potere, nei suoi elogi, ma non per questo siamo sicuri che si sia opposto al nuovo regime.
Morì giovane, come Catullo, a lui Virgilio indirizza un’epistola, ritenuta il miglior ritratto degli ultimi anni di vita ti Tibullo.

Tibullo e l’elegia latina.

Quando Quintiliano scrisse che “possiamo sfidare anche i greci nell’elegia” il periodo migliore dell’elegia latina andava concludendosi, ma ciò che era stato scritto gli consentiva di pareggiarsi all’elegia greca.
Gallo, Tibullo, Properzio e Ovidio sono gli autori che più di tutti portarono l’elegia ai massimi livelli.

Per “elegia” si intendeva un componimento poetico, ovvero una strofetta in due versi costituita da un esametro e da un pentametro dattilico. Durante la sua lunga vita, l’elegia ha cambiato spesso argomento: si va da poesie di carattere guerresco al tema erotico e funebre, dominanti nella stagione ellenistica e latina.
I poeti romani prediligono l’esperienza soggettiva e per sottolineare ciò fanno uso dell’autobiografia. In tale quadro l’amore diventa un esperienza unica e assoluta. Il poeta latino quindi vive in maniera separata da quanti non condividono i suoi valori e tende a diversificare molto il proprio linguaggio dal linguaggio poetico. Quindi un uso insistito di topoi, come il seritium amoris e la legittimazione del furtum, ovvero un patto affettivo al di fuori del contratto matrimoniale.

Quindi l’amore cantato dagli elegiaci appare molto simile a quello di Catullo, e a lui devono molto, ma si distaccano parzialmente in quanto l’amore da loro descritto è sempre illecito. Uno dei mediatori tra cultura ellenica e la poesia elegiaca fu Partenio di Nicea, amico di Gallo, a cui dedicò una raccolta ricca di mitologia amorosa. Tibullo ne fa un uso moderato, infatti il suo contributo si va riconosciuto nell’uso di due temi principali nelle sue opere: l’amore ed il vagheggiamento della vita agreste. Gli altri argomenti ne ruotano attorno. L’amore espresso dal poeta è del tipo romantico-malinconico. Secondo Tibullo è il luogo dell’animo dove si esercita la vocazione al sogno del poeta. Nel sogno infatti si trova a passare le rigide stagioni assieme a Delia, la donna amata che nella realtà lo rifiuta; ma per Tibullo il sogno è più vero della realtà perché è appunto ritenuto autentico.

PROPERZIO

Dopo la perdita del padre, Properzio si trasferì a Roma per voler della madre, la quale lo avviò agli studi di retorica. Il poeta invaghito degli studi letterari in cominciò a scrivere poesie. Dopo poco tempo si innamorò di Cinzia il cui vero nome era Hostia, una donna molto diversa da lui, abituata a condurre una vita libera e non castigata, dimenticandosi di Licinna una schiava conosciuta nel suo paese d’origine. Il rapporto tra i due non durò che cinque anni caratterizzato dall’alternarsi di discidia e momenti di grande unità. Dopo poco si fece conoscere da Mecenate che gli aprì le porte del suo circolo dove conobbe Orazio, Virgilio e Tibullo, con cui non riuscì mai a costruire un rapporto. L’invito di Mecenate a cantare gli ideali politici di Augusto non fu accettato subito dal poeta che preferì dedicare l elegie alla donna amata. Infatti, solo dopo la morte della giovane il poeta esaltò la politica augustea. Egli scrisse 92 elegie ordinate in ordine tematico in 4 libri. Il primo definito monobiblos è dedicato interamente a Cinzia e pubblicato il 27 a.c. il secondo fu pubblicato il 25 a.C. e il terzo nel 23-22 e i quarto poco prima della sua morte. Il sentimento e la passione nei confronti di Cinzia non è espresso con semplicità e immediatezza, ma ricorrendo al mito. Infatti, la fonte privilegiata è Callimaco, tanto da definirsi egli stesso i Callimaco romano. Nel secondo libro sempre più stretto è il nesso tra intellettualizzazione e passione, ricorrendo come Orazio alla poesia satirica non però per una più adeguata osservazione dell’uomo, ma per ragioni individualistiche. Solo nel terzo libro, alla nostalgia e al ricordo di Cinzia si sostitusce una parte dedicata a Roma e alle sue vittorie. Il quarto libro è più complesso e consta di due parti. La prima parte contiene le elegie romane in cui riprende Callimaco nel ricercare le aitia ovvero le cause attraverso un procedimento etiologico. La seconda tratta argomenti differenti: in due legie ricompare Cinzia, un’altra è l’epistola che Areutsa invia all’amato Licita e un’altra è la regina delle elegie: il discorso di Cornelia dalla tomba al marito riguardo le apprensioni per il destino dei figli.
Soprattutto in questo secondo gruppo i elegie il poeta riprende il motivo della congiunzione amore e morte. Properzio infatti filtra i suoi sentimento attraverso quei valori etici e quelle virtù che aveva deciso di non cantare al momento dell’entrata nel circolo di Mecenate. Dal punto di vista stilistico, tuttavia è un poeta molto erudito e conferisce sempre dignità al tono e all’espressione ricorrendo alla mitologia.
 
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